N. 39 - L'economia della PugliaAggiornamento congiunturale

Nei primi nove mesi del 2013 è proseguito in regione il calo dell'attività produttiva iniziato lo scorso anno. Secondo il sondaggio svolto in autunno dalla Banca d'Italia presso un campione di imprese industriali, il fatturato e gli investimenti hanno continuato a diminuire. Tuttavia, secondo le previsioni delle imprese, nell'ultimo trimestre dell'anno la produzione si dovrebbe stabilizzare sui livelli, bassi, del trimestre precedente. Nei prossimi mesi l'attività economica dovrebbe inoltre beneficiare della ripresa degli ordini in portafoglio, soprattutto di quelli provenienti dall'estero. Nel primo semestre dell'anno le esportazioni sono diminuite più rapidamente che nel resto del Mezzogiorno. Vi ha contribuito per circa metà la dinamica delle vendite all'estero del settore siderurgico - che ha risentito soprattutto degli effetti della vicenda giudiziaria che ha riguardato lo stabilimento Ilva di Taranto - e, per poco più di un quarto, quella delle esportazioni di petrolio depositato in regione. Hanno continuato a registrare un andamento positivo le vendite all'estero della componentistica per autoveicoli, del farmaceutico e dell'alimentare. Sono proseguite le difficoltà del settore delle costruzioni, che hanno riflesso la debolezza del mercato immobiliare residenziale e, in minor misura, del comparto delle opere pubbliche.

Nel primo semestre del 2013 gli indicatori del mercato del lavoro hanno registrato un peggioramento. Il numero di occupati è diminuito sensibilmente, anche presso i dipendenti a tempo indeterminato, ed è proseguita la riduzione dell'occupazione tra i più giovani. Il tasso di disoccupazione è cresciuto di quasi quattro punti percentuali rispetto al primo semestre del 2012, portandosi al 19,2 per cento.

I prestiti bancari alla clientela residente in regione sono diminuiti nella prima parte dell'anno, dopo avere ristagnato nel 2012. Per le imprese la flessione, che si è estesa a pressoché tutti i comparti, è stata meno intensa rispetto alla media nazionale. Hanno contribuito a determinare il calo la debolezza della domanda, che ha risentito principalmente della flessione degli investimenti, e le perduranti tensioni nell'offerta, influenzata dalla crescente rischiosità dei prestiti. È proseguito infatti il peggioramento della qualità del credito, con un aumento sia delle sofferenze sia delle forme più lievi di anomalia.

Per le famiglie il credito al consumo ha mostrato un modesto aumento, a fronte di una lieve flessione per i mutui abitativi, cui ha contribuito principalmente la debolezza della domanda, mentre le condizioni di offerta si sarebbero stabilizzate. La qualità del credito si è mantenuta elevata. La crescita della raccolta delle banche è proseguita, sebbene gli intermediari abbiano contenuto le remunerazioni offerte.

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