N. 36 - L'economia del LazioAggiornamento congiunturale

Dalla seconda metà del 2011 l'attività economica del Lazio ha subito una brusca contrazione, in connessione con le turbolenze finanziarie e con l'indebolimento del ciclo economico internazionale. La fase recessiva è risultata particolarmente intensa nella prima metà del 2012, in linea con le altre aree geografiche del Paese.

Le indagini condotte in settembre-ottobre dalla Banca d'Italia segnalano il permanere di livelli di attività economica contenuti anche nel terzo trimestre dell'anno, assieme a prospettive ancora incerte, riguardo alla futura ripresa economica.
Nell'industria nei primi tre trimestri del 2012 si sono ridotti il fatturato, gli investimenti e l'occupazione; soltanto le esportazioni hanno continuato a fornire un impulso espansivo, favorite da una specializzazione regionale basata su settori a media e alta tecnologia. Nelle costruzioni l'attività economica ha continuato a ridursi, con tendenze particolarmente negative nel comparto residenziale. Nel primo semestre dell'anno si sono fortemente ridotte le compravendite di abitazioni, mentre i prezzi sono rimasti costanti. Anche il settore dei servizi privati ha risentito delle tendenze recessive, risultate più intense nei trasporti e nel commercio, maggiormente legati ai consumi delle famiglie. A Roma è proseguita la crescita del numero dei turisti stranieri, anche se la loro spesa ha subito una lieve flessione.

Nel Lazio da oltre un anno l'occupazione mostra una tendenza alla riduzione; cresce sensibilmente la Cassa integrazione guadagni e, a differenza degli anni scorsi, è salita notevolmente la disoccupazione, specie quella giovanile.
Le tendenze del credito alla clientela privata regionale hanno risentito della caduta dell'attività economica: a giugno sono diminuiti i prestiti alle imprese e hanno rallentato quelli alle famiglie. Da prime indicazioni queste tendenze sarebbero proseguite nei mesi estivi. Il rallentamento dei finanziamenti alle famiglie ha riflesso il calo delle compravendite sul mercato immobiliare e il peggioramento del clima di fiducia delle famiglie.

Le indagini presso le banche evidenziano che l'andamento dei prestiti alle imprese ha risentito del ridimensionamento della spesa per investimenti; il calo della domanda di finanziamenti è previsto attenuarsi nella seconda parte del 2012. Dal lato dell'offerta di credito alle imprese la persistenza di tensioni nella prima metà dell'anno si è tradotta principalmente in un aumento dei tassi d'interesse, dei costi accessori e delle garanzie richieste. Nelle valutazioni delle banche le condizioni applicate non subirebbero ulteriori variazioni nella seconda parte del 2012.
La contrazione dell'attività economica si è riflessa sulla rischiosità del credito alle imprese che ha raggiunto i livelli più alti dall'inizio della crisi; peggiora la qualità dei finanziamenti erogati nel manifatturiero e in particolare nell'edilizia. Nel corso del primo semestre i depositi bancari delle famiglie sono rimasti sostanzialmente stazionari: la riduzione dei conti correnti è stata compensata da altre forme di deposito, rimborsabili con preavviso e con durata stabilita, maggiormente remunerative.

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