Bollettino Economico n. 2 - 2016

Rallentano le economie emergenti

Negli Stati Uniti e negli altri paesi avanzati l’espansione prosegue, mentre le economie emergenti restano un elemento di rischio per la crescita mondiale. In Cina si sono allontanati i timori di un hard landing, ma continua il rallentamento dell’economia. Il calo del prezzo del petrolio non si è tradotto in un rafforzamento dell’attività globale. L’FMI e l’OCSE hanno rivisto al ribasso le previsioni sulla crescita e sul commercio internazionale. Si è accentuato il carattere espansivo delle politiche monetarie nei paesi avanzati.

Le borse risentono di incertezze sulla crescita e sugli orientamenti della regolamentazione bancaria

Nei primi mesi dell’anno i timori sulla crescita globale hanno determinato forti cali dei corsi sui mercati finanziari internazionali, in parte poi riassorbiti. Nell’area dell’euro è stato particolarmente sfavorevole l’andamento dei titoli bancari, che ha interessato tutta l’area, ma soprattutto la Germania e l’Italia; è aumentata l’attenzione dei mercati alla qualità del credito, anche a seguito di incertezze degli operatori sugli orientamenti della regolamentazione.

Le misure adottate dal Consiglio direttivo della BCE…

Nell’area dell’euro continua la crescita, ma si sono accentuati i rischi associati all’andamento della domanda estera e all’incertezza della situazione geopolitica; l’inflazione si è attestata su valori nulli, riflettendo anche gli ampi margini di forza lavoro inutilizzata. Il Consiglio direttivo della BCE ha adottato un pacchetto di misure espansive, più cospicuo di quanto atteso dagli osservatori, costituito da un ampliamento della dimensione e della composizione degli acquisti di titoli, da un’ulteriore riduzione dei tassi ufficiali e da nuove misure di rifinanziamento delle banche a condizioni eccezionalmente favorevoli.

…possono sostenere l’attività economica mediante diversi canali

Dopo l’annuncio delle nuove misure, le condizioni monetarie e finanziarie sono divenute più espansive: i rendimenti dei titoli pubblici e privati sono diminuiti, i premi al rischio si sono ridotti, i corsi azionari si sono rafforzati; si è invece apprezzato l’euro. Nel complesso le misure adottate possono sostenere l’attività economica attraverso molti canali: favorendo l’afflusso di credito all’economia e riducendone l’onere; garantendo certezza su disponibilità e costo della raccolta bancaria; abbattendo il costo del capitale per le imprese; rafforzando il valore della ricchezza finanziaria e reale delle famiglie; stimolando il mercato immobiliare. Il sostegno all’attività economica e all’occupazione è presupposto necessario per il ritorno dell’inflazione su livelli compatibili con la stabilità dei prezzi.

In Italia la ripresa prosegue...

In Italia nell’ultimo trimestre del 2015 è proseguita, anche se a ritmi più contenuti, la ripresa ciclica, sospinta dal consolidamento dei consumi e dall’accelerazione degli investimenti. Gli indicatori più recenti segnalano che nei primi mesi di quest’anno l’attività economica avrebbe beneficiato del riavvio della manifattura, cui si sarebbe aggiunto il consolidamento della ripresa nel settore dei servizi e nel comparto edile. Le imprese rimangono ottimiste sulle prospettive dei prossimi mesi, pur con alcuni segnali di cautela. Secondo nostre valutazioni nel primo trimestre del 2016 la crescita sarebbe stata ancora moderata, ma lievemente superiore rispetto ai tre mesi precedenti.

...ma le prospettive per le esportazioni sono più incerte

Al contempo le prospettive della domanda estera risentono anche in Italia dell’acuirsi dell’incertezza sull’andamento del commercio mondiale. Il calo delle vendite sui mercati extra UE nei primi mesi dell’anno potrebbe ripercuotersi sui piani di investimento delle imprese, pur sostenuti dall’impatto positivo degli incentivi temporanei disposti dall’ultima legge di stabilità.

Gli analisti hanno rivisto le previsioni sul 2016

Sulla base degli andamenti registrati nell’ultimo trimestre del 2015, meno favorevoli del previsto, le principali istituzioni e gli analisti hanno corretto marginalmente al ribasso, di alcuni decimi di punto, le stime di crescita del nostro paese per il 2016 (ora valutate dalla maggior parte dei previsori tra l’1,0 e l’1,2 per cento); sono rimaste pressoché invariate quelle per il 2017.

I miglioramenti nel mercato del lavoro sono stati rilevanti

I dati definitivi indicano un miglioramento dell’occupazione nel 2015 superiore alle nostre previsioni di un anno fa (0,8 per cento, contro una previsione di 0,5 nel gennaio 2015), pur in presenza di una parziale correzione nei primi mesi di quest’anno in occasione della riduzione degli sgravi contributivi. L’andamento dell’occupazione ha riflesso sia la ripresa dell’attività economica sia i provvedimenti adottati dal Governo. Vi è evidenza che la nuova disciplina dei rapporti di lavoro e, in misura più ampia, gli sgravi contributivi abbiano stimolato una ricomposizione delle assunzioni a favore di contratti a tempo indeterminato e un’espansione dei livelli occupazionali complessivi. Resta tuttavia ancora elevata la disoccupazione, soprattutto quella giovanile.

L’inflazione negativa riflette anche la debole domanda aggregata

L’inflazione è tornata negativa. Vi ha contribuito la decisa flessione dei prezzi dei beni energetici, ma anche il permanere dell’inflazione di fondo su valori storicamente molto bassi. Secondo le aspettative di famiglie e imprese la dinamica dei prezzi si manterrà molto contenuta anche nella parte restante dell’anno. In Italia e nell’area dell’euro la debolezza dei prezzi e dei salari risente in misura non trascurabile degli ancora ampi margini di capacità produttiva e di forza lavoro inutilizzati.

Il credito migliora gradualmente; aumentano i depositi delle banche

Prosegue la ripresa graduale del credito, favorita dal contributo espansivo delle misure di politica monetaria; i prestiti alle imprese manifatturiere crescono a tassi superiori al 3 per cento; restano in flessione quelli al settore delle costruzioni e alle società di minore dimensione. Per il sistema bancario nel suo insieme la raccolta non ha risentito delle recenti tensioni finanziarie: l’aumento dei depositi e l’espansione della raccolta interbancaria sull’estero hanno più che compensato la riduzione delle obbligazioni.

Le consistenze ancora elevate di attività deteriorate comprimono la capacità reddituale delle banche e possono porre un vincolo all’erogazione di nuovi finanziamenti; tuttavia, con il proseguire della ripresa, si rafforzano i segnali di miglioramento della qualità del credito. Nel quarto trimestre del 2015 il flusso di nuovi prestiti deteriorati è ulteriormente diminuito, continuando la tendenza in atto da circa un anno; inoltre, sulla base di dati preliminari, per la prima volta dall’inizio della crisi finanziaria il valore assoluto dei prestiti deteriorati si è lievemente ridotto e la loro quota sul totale dei finanziamenti ha smesso di crescere. Lo schema di garanzia pubblica per la cartolarizzazione delle sofferenze può agevolarne una più rapida dismissione. All’inizio di aprile è stata resa nota la costituzione di un fondo di investimento privato volto a sostenere futuri aumenti di capitale da parte di banche e a contribuire alla dismissione dei crediti deteriorati attualmente nei bilanci degli intermediari italiani.

Il Governo ha presentato il Documento di economia e finanza 2016

Nel 2015 l’incidenza dell’indebitamento netto sul prodotto è diminuita di quasi mezzo punto percentuale, al 2,6 per cento. Nei programmi del Governo presentati nel Documento di economia e finanza 2016 essa si ridurrebbe al 2,3 per cento quest’anno e all’1,8 per cento nel 2017; al netto degli effetti del ciclo economico e delle misure una tantum, aumenterebbe di 0,7 punti percentuali nel 2016 per poi ridursi di 0,1 nel 2017. Il rapporto tra il debito pubblico e il prodotto inizierebbe a diminuire quest’anno, sebbene a una velocità più contenuta di quanto programmato in autunno. La posizione di bilancio dell’Italia sarà valutata dalla Commissione europea dopo l’aggiornamento delle sue previsioni atteso per il prossimo maggio.

Resta necessario il consolidamento della crescita

Condizione necessaria per un ritorno durevole dell’inflazione su livelli coerenti con l’obiettivo della stabilità dei prezzi, nell’area dell’euro e in Italia, è un riassorbimento della capacità produttiva inutilizzata e della disoccupazione. Il consolidamento della crescita è fondamentale anche per contrastare l’avvio di spirali negative tra gli andamenti del mercato azionario e del credito, accelerare il riassorbimento dei crediti deteriorati del sistema bancario, assicurare il proseguimento della riduzione del rapporto fra debito pubblico e prodotto. L’impulso proveniente dalle misure di stimolo monetario continuerà a fornire sostegno all’attività economica e ai prezzi fino a quando sarà necessario; resta essenziale che a questo obiettivo contribuiscano tutte le politiche economiche.

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