Bollettino Economico n. 3 - 2015

I negoziati per il raggiungimento di un accordo con la Grecia sono stati difficili

L’incertezza sulle prospettive della Grecia è rapidamente aumentata dopo l’interruzione delle trattative con le istituzioni e i paesi creditori per il prolungamento del programma di sostegno, nonché a seguito del risultato del referendum indetto a sorpresa dalle autorità elleniche. Gli sviluppi delle ultime settimane hanno significativamente innalzato la volatilità dei mercati finanziari e dei corsi azionari nell’area dell’euro. L’aumento dei premi per il rischio sui titoli pubblici dell’area è stato tuttavia complessivamente contenuto, grazie al ventaglio di strumenti a disposizione dell’Eurosistema, ai progressi compiuti nella governance europea e alle riforme intraprese nei singoli paesi.

Il 13 luglio è stato raggiunto un accordo

Dopo una difficile trattativa il 13 luglio i leader dell’area hanno raggiunto un accordo con la Grecia; tale accordo condiziona l’avvio dei negoziati per un terzo programma di sostegno all’approvazione, da parte del Parlamento greco, di un pacchetto di misure stringenti e dettagliate, le prime delle quali votate con esito favorevole già il 15 luglio. Dopo l’annuncio dell’intesa le condizioni dei mercati finanziari sono migliorate. Per contrastare, anche in prospettiva, il riemergere delle tensioni resta essenziale un’azione decisa delle politiche economiche europee e nazionali volta a promuovere il ritorno alla crescita in Grecia e nell’area dell’euro.

Rallentano le economie emergenti e sono caduti i corsi azionari in Cina

La ripresa dell’economia globale prosegue, ma mostra segni di rallentamento, riconducibili a fattori temporanei nelle economie avanzate, più persistenti in quelle emergenti; un’accelerazione degli scambi mondiali è prevista per l’anno in corso. Il permanere di condizioni di eccesso di offerta sul mercato del petrolio ha finora contribuito a contenere il prezzo del greggio su livelli di poco superiori ai minimi di inizio anno. Sull’economia globale gravano fattori di incertezza quali il ritmo di rialzo dei tassi ufficiali statunitensi e l’instabilità finanziaria in Cina, manifestatasi con un brusco calo sul mercato azionario interrotto solo da massicci interventi delle autorità, che potrebbe frenare la crescita di quel paese.

Nell’area dell’euro l’espansione monetaria sostiene attività e prezzi

Dopo l’avvio del programma di acquisto di titoli dell’Eurosistema, i tassi di interesse a lungo termine dell’area dell’euro sono scesi in misura marcata fino alla metà di aprile; in seguito sono tornati a salire, anche in risposta alle migliori prospettive di inflazione e crescita indotte dal programma stesso, recuperando gran parte della precedente flessione. Nel complesso le condizioni dei mercati finanziari e valutari continuano a sostenere la ripresa economica e la dinamica dei prezzi; l’inflazione è tornata positiva in maggio, allo 0,3 per cento, per la prima volta dalla fine dello scorso anno. Il Consiglio direttivo della BCE ha ribadito la propria determinazione a dare piena attuazione al programma; reagirà a eventuali restrizioni indesiderate delle condizioni monetarie.

In Italia prosegue la graduale ripresa dell’attività economica, trainata dalla domanda interna

L’economia italiana ha ripreso a espandersi. Il miglioramento degli indici di fiducia di imprese e famiglie si è accompagnato a un recupero della domanda interna che è tornata a contribuire alla crescita. Gli investimenti, che si erano ridotti quasi ininterrottamente dal 2008, hanno registrato un aumento, con primi segnali favorevoli anche nel comparto delle costruzioni. I piani delle imprese prospettano una decisa espansione dell’accumulazione nel corso dell’anno per le aziende più grandi, a fronte di una maggiore prudenza da parte di quelle medie e, soprattutto, di quelle piccole. Gli indicatori congiunturali più recenti segnalano che nel secondo trimestre la crescita è proseguita a ritmi analoghi a quelli del primo.

L’occupazione cresce moderatamente

Nel bimestre aprile-maggio l’occupazione è tornata a crescere. Il tasso di disoccupazione si è stabilizzato. Dall’inizio dell’anno è aumentata significativamente la quota di assunzioni con contratti a tempo indeterminato, incentivate dalle recenti misure del Governo. In primavera si è ridotto il ricorso alla Cassa integrazione guadagni. Cresce la percentuale di imprese che prevede un’espansione dell’occupazione, anche se i giudizi di stabilità restano prevalenti.

L’inflazione è di nuovo positiva

L’inflazione, negativa all’inizio dell’anno, è tornata positiva, ma si mantiene su valori storicamente molto bassi. Le aspettative delle famiglie e delle imprese ne prefigurano un ulteriore incremento.

L’espansione monetaria si sta trasmettendo alle condizioni del credito

L’espansione monetaria, in particolare l’ampio ricorso delle banche italiane alle operazioni mirate di rifinanziamento a più lungo termine e il programma di acquisto di titoli dell’Eurosistema, si sta gradualmente trasmettendo alle condizioni del credito. Prosegue, e si estende, la riduzione del costo dei prestiti alle imprese, non più limitata alle società con primario merito di credito; anche le piccole e medie aziende segnalano nei sondaggi un accesso più agevole ai finanziamenti. La flessione dei prestiti alle imprese si è attenuata; sono tornati a crescere quelli al settore manifatturiero e quelli alle famiglie, per la prima volta da oltre tre anni.

Lo stock di crediti deteriorati distoglie risorse dal finanziamento dell’economia

L’elevata consistenza di crediti in sofferenza ereditata dalla lunga recessione continua tuttavia a comprimere la crescita dei prestiti e distoglie risorse dal finanziamento all’economia. Un’accelerazione dello smobilizzo dei prestiti in sofferenza contribuirebbe a sostenere la dinamica del credito. Le misure approvate in giugno dal Consiglio dei ministri dovrebbero rimuovere alcuni ostacoli derivanti dalla normativa vigente, accelerando la deducibilità fiscale delle perdite su crediti e rendendo più efficienti le procedure per il loro recupero. L’aumento del valore dei crediti deteriorati indotto dalle riforme può agevolare la creazione di un mercato secondario di questi attivi. È in corso un dialogo tra le autorità italiane e la Commissione europea sulla creazione di una società specializzata per l’acquisto di tali crediti.

Si prefigura uno scenario di progressivo rafforzamento della crescita…

Le proiezioni presentate in questo Bollettino per l’economia italiana prefigurano un progressivo rafforzamento della ripresa ciclica. Nello scenario centrale il PIL si espanderebbe dello 0,7 per cento nel 2015 e accelererebbe all’1,5 nel 2016. L’inflazione al consumo aumenterebbe gradualmente: dallo 0,2 per cento di quest’anno all’1,1 nel 2016. La ripresa dell’attività produttiva si tradurrebbe in un progressivo miglioramento dell’occupazione, pari a 1,5 punti percentuali nel biennio; il tasso di disoccupazione scenderebbe dal 12,6 per cento del 2014 all’11,9 del 2016.

…grazie a una ripresa degli investimenti…

La revisione delle prospettive di crescita, nel complesso superiori di oltre mezzo punto percentuale nell’arco del biennio rispetto a quelle pubblicate nel Bollettino economico dello scorso gennaio, è attribuibile in larga parte alla dinamica degli investimenti, che però alla fine del 2016 rimarrebbero ancora, in rapporto al PIL, inferiori alla media storica.

…basata sull’espansione monetaria e sulla normalizzazione del credito…

Il quadro qui delineato presuppone la prosecuzione degli effetti dello stimolo monetario sui tassi di cambio, sui rendimenti a lungo termine e sulle condizioni del credito; si basa inoltre sul presupposto di un graduale rafforzamento della domanda estera, soprattutto di quella proveniente dai nostri partner europei, nonché sulle ipotesi di una permanenza del prezzo del petrolio sugli attuali livelli e di un orientamento sostanzialmente neutrale della politica di bilancio, in linea con i programmi del Governo. Le misure di riduzione del cuneo fiscale introdotte dall’ultima legge di stabilità sosterrebbero l’occupazione per 0,2 punti percentuali; ulteriori impulsi alla domanda di lavoro, difficili da quantificare e per questo non inclusi nel quadro, potrebbero derivare dal Jobs Act.

…e sulla determinazione nel portare a termine le riforme

I rischi per la crescita appaiono bilanciati per l’anno in corso, ancora orientati prevalentemente al ribasso per il prossimo. Essi derivano in ampia misura dal contesto globale ed europeo e, in particolare, da un rallentamento delle economie emergenti più marcato e duraturo di quanto ipotizzato, dall’eventualità che la normalizzazione della politica monetaria statunitense si accompagni a nuove turbolenze sul mercato dei cambi e nei flussi di capitale, nonché da un riaffiorare di tensioni sui mercati finanziari. I rischi si accentuerebbero se si diffondesse la percezione di un indebolimento nella determinazione nel portare a termine le riforme necessarie a risollevare il potenziale di sviluppo dell’Italia: un aumento dell’incertezza potrebbe frenare la crescita degli investimenti e contrastare la ripresa dei consumi, condizioni per un ritorno alla crescita.

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