Bollettino Economico n. 58 - 2009

Si è arrestata la recessione nel mondo... La recessione mondiale si è arrestata e si sta ora profilando una ripresa, in larga parte grazie al sostegno delle politiche economiche espansive adottate nei principali paesi. Nel secondo trimestre il prodotto era già tornato ad aumentare in molte delle economie industriali ed emergenti nelle quali aveva subito una profonda caduta; aveva accelerato in Cina e in India; aveva continuato a contrarsi, ma a ritmi assai più blandi, negli Stati Uniti e in alcuni paesi europei. Nel terzo trimestre in numerose economie sono giunti segnali positivi dalla produzione industriale, dalle vendite al dettaglio, dal clima di fiducia di imprese e famiglie. Le condizioni dei mercati finanziari internazionali hanno continuato a migliorare, sostenute da una maggior fiducia degli investitori: sono proseguiti il forte rialzo dei corsi azionari, la riduzione degli spread sulle obbligazioni societarie, l'allentamento delle tensioni nei mercati interbancari.

...ma la ripresa si prospetta lenta e non immune da rischi - Secondo le previsioni degli organismi internazionali, tuttavia, la ripresa si presenterebbe con ritmi contenuti fino al prossimo anno: nel 2010 la crescita mondiale si collocherebbe in media attorno al 3 per cento; quella dei paesi avanzati appena al di sopra dell'1 per cento. Rimane inoltre molto elevata l'incertezza sulla sua solidità: vi è il rischio che con il venir meno degli stimoli fiscali e monetari, e una volta esaurito il ciclo di ricostituzione delle scorte, la domanda privata possa tornare a ristagnare, frenata in molte economie da una disoccupazione elevata e crescente, dalla limitata disponibilità di credito e dall'esigenza delle famiglie di risanare i propri bilanci.

Nell'area dell'euro l'attività sarebbe tornata a crescere nel terzo trimestre - L'indicatore coincidente dell'economia dell'area dell'euro prodotto dalla Banca d'Italia, €-coin, ha assunto in settembre un valore positivo, ancorché assai contenuto, per la prima volta negli ultimi quindici mesi. Gli indicatori del clima di fiducia delle imprese e delle famiglie dell'area sono ulteriormente migliorati; l'indice PMI dei responsabili degli acquisti del terziario si è riportato al di sopra della soglia compatibile con una espansione dell'attività, rimanendone poco al di sotto nell'industria. Il rialzo della produzione industriale è proseguito in agosto. Secondo le attese degli operatori professionali censite da Consensus Economics, nel terzo trimestre la crescita del PIL dell'area sarebbe tornata positiva, nell'ordine del mezzo punto percentuale. Le più recenti valutazioni degli organismi internazionali prospettano per la media di quest'anno un calo dell'attività intorno al 4 per cento, seguito, secondo le previsioni del Fondo monetario internazionale, da un rialzo di pochi decimi di punto nel 2010. L'inflazione al consumo, misurata sui dodici mesi, ha continuato a scendere ed è divenuta negativa nel terzo trimestre, risentendo del confronto statistico con un anno prima, quando il livello dei prezzi era tenuto alto dai corsi internazionali delle materie prime. Le attese rilevate da Consensus Economics indicano per la media del 2009 un'inflazione dello 0,3 per cento e per il 2010 un rialzo all'1,3, con un ritorno a tassi positivi di variazione fin dallo scorcio di quest'anno e un graduale rafforzamento nel corso del prossimo. Il Consiglio direttivo della Banca centrale europea mantiene il tasso ufficiale all'1,0 per cento dallo scorso maggio e continua a garantire condizioni di ampia liquidità.

Anche in Italia si stima un recupero nel terzo trimestre... Anche in Italia si stima che nel trimestre estivo il PIL sia tornato a crescere, dopo cinque trimestri consecutivi di contrazione, che avevano riportato la produzione ai livelli di quasi un decennio addietro. L'incremento è stimabile nell'1 per cento circa sul periodo precedente. Vi contribuirebbe il deciso rialzo della produzione industriale (peraltro da considerare con cautela data l'accentuata erraticità dei fattori stagionali nei mesi estivi), il primo dopo la pesante contrazione osservata tra il secondo trimestre del 2008 e lo stesso periodo del 2009. Parte di questo recupero è verosimilmente destinato alla ricostituzione di un adeguato livello delle scorte, scese in alcuni comparti a livelli molto bassi.

...ma ancora non s'intravede una chiara inversione di tendenza né della domanda interna... Si è consolidato, soprattutto nelle componenti prospettiche, il miglioramento degli indicatori di fiducia delle famiglie e, in misura meno decisa, delle imprese. Continuano tuttavia a peggiorare gli indicatori relativi alle intenzioni di acquisto di beni durevoli e alle condizioni del mercato del lavoro. La propensione a investire delle imprese rimane molto bassa, in presenza di margini inutilizzati di capacità storicamente elevati. Pesa verosimilmente sulle decisioni di spesa delle famiglie il calo dell'occupazione, in atto dalla metà del 2008. Nel secondo trimestre la perdi-ta è risultata di oltre mezzo milione di occupati rispetto a un anno prima, escludendo dal computo l'effetto delle iscrizioni all'anagrafe di lavoratori immigrati. È stata di circa 300.000 unità la flessione dei lavoratori comunemente definiti come "precari", in maggioranza giovani. Nel terzo trimestre si è ancora intensificato il ricorso alla Cassa integrazione guadagni: le ore complessivamente autorizzate sono aumentate di circa il 30 per cento rispetto al trimestre precedente.

...né di quella estera - Pur in un contesto di domanda mondiale più favorevole, i dati disponibili per luglio e agosto sulle nostre esportazioni ne segnalano una persistente debolezza. La competitività di prezzo delle imprese industriali italiane ha continuato a peggiorare nei primi otto mesi dell'anno, a causa di un andamento fortemente sfavorevole della produttività del lavoro: misurata con le ore lavorate (per tenere conto dell'ampio ricorso alla CIG), la produttività è caduta del 3,6 per cento nel primo semestre dopo il -0,8 nella media del 2008; ne ha risentito il CLUP, che ha accelerato al 5,4 per cento nonostante la dinamica contenuta del costo orario del lavoro.

Continua a contrarsi la crescita del credito - Il credito bancario al settore privato non finanziario continua a risentire sia di una ridotta domanda di finanziamenti da parte delle imprese, a causa della difficile congiuntura economica, sia di un orientamento ancora restrittivo dei criteri di offerta, seppure con segnali di attenuazione. In agosto i prestiti risultavano aumentati del 2,2 per cento rispetto allo stesso mese del 2008; un anno prima crescevano a tassi molto più alti, del 10 per cento circa. Al netto dei fattori stagionali, il credito in agosto ha ristagnato rispetto a tre mesi prima, come risultato di una contrazione dei prestiti alle imprese e di un aumento (modesto) di quelli alle famiglie. Qualità degli attivi e redditività delle banche hanno continuato a peggiorare; la raccolta ha ulteriormente rallentato. Sono migliorati i coefficienti patrimoniali dei maggiori gruppi bancari italiani.

L'inflazione risale moderatamente - L'inflazione al consumo sui dodici mesi, ridottasi rapidamente dalla fine del 2008, ha toccato un minimo in luglio (-0,1 per cento secondo l'indice armonizzato), risentendo anche del confronto statistico con il dato molto alto di un anno prima; successivamente ha mostrato un contenuto aumento, portandosi allo 0,3 per cento in settembre secondo i dati preliminari. Il rialzo, osservato anche per le componenti di fondo, dovrebbe proseguire nel resto dell'anno e accentuarsi gradualmente nel corso del 2010, in linea con le attese per l'insieme dell'area dell'euro. Secondo le aspettative degli operatori professionali rilevate da Consensus Economics, l'inflazione si manterrebbe comunque moderata, all'1,5 per cento, nella media del prossimo anno.

I conti pubblici sono in forte deterioramento - Lo stato dei conti pubblici è in notevole peggioramento, risentendo soprattutto della dinamica particolarmente negativa delle entrate. Nei primi nove mesi del 2009 il gettito tributario erariale si è ridotto del 3,2 per cento, nonostante la forte crescita di alcune imposte sostitutive straordinarie. La Relazione previsionale e programmatica di settembre conferma sostanzialmente il quadro previsivo delineato nel Documento di programmazione economico-finanziaria di luglio. Nell'anno in corso, l'indebitamento netto risulterebbe pressoché raddoppiato rispetto al 2008, al 5,3 per cento del PIL; il debito aumenterebbe di oltre nove punti percentuali, al 115,1 per cento del prodotto. La Commissione europea ha avviato anche nei confronti dell'Italia la Procedura per i disavanzi eccessivi, che attualmente interessa tutti i paesi dell'area dell'euro, a eccezione di Finlandia, Cipro e Lussemburgo. Sulle prospettive dei conti pubblici pesa l'incertezza ancora elevata riguardo ai tempi e all'intensità della ripresa ciclica. Il disegno di legge finanziaria 2010 prevede interventi limitati, senza effetti sui saldi di bilancio. L'obiettivo per l'indebitamento netto è fissato al 5,0 per cento del PIL, pari al valore tendenziale. Il suo conseguimento prevede, in base al quadro analitico a legislazione vigente, una ripresa del gettito tributario, una forte decelerazione della spesa primaria corrente e una netta flessione degli investimenti pubblici. Sono programmati interventi correttivi sui conti pubblici dal 2011, superata la fase ciclica negativa. Negli obiettivi del Governo, dal 2012 il disavanzo si riporterebbe al di sotto della soglia del 3 per cento; il debito pubblico, in flessione dal 2011, sarebbe ancora superiore al 112 per cento del PIL nel 2013, oltre nove punti percentuali in più rispetto al 2007.

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