Bollettino Economico n. 57 - 2009

Rallenta la recessione nel mondo... La recessione mondiale si sta attenuando. L'esigenza di ricostituire le scorte dà un primo impulso alla produzione. Nei sondaggi d'opinione emergono segnali di minore pessimismo. La caduta del PIL e del commercio mondiali si era approfondita nel primo trimestre del 2009, ma la produzione industriale e altri indicatori coincidenti segnalano un rallentamento del ritmo di flessione nel secondo trimestre. Migliorano in particolare l'attività e i flussi di commercio delle economie dell'Asia. Il Fondo monetario internazionale stima che nella media dell'anno in corso la riduzione dell'attività economica a livello globale potrebbe mantenersi entro l'1,5 per cento, comunque il peggior risultato dal dopoguerra; il prodotto tornerebbe a espandersi nel 2010, del 2,5 per cento.

...ma restano incerti i tempi e la forza della ripresa - Questi segnali sono incoraggianti, ma restano incerte la cadenza temporale e la forza della ripresa. Soprattutto, non è venuto meno il rischio che le ricadute della recessione sul mercato del lavoro possano ancora ripercuotersi in misura significativa sulla domanda finale.

Le politiche economiche potranno sostenere la ripresa - Le politiche economiche, dispiegando pienamente la loro azione nei prossimi mesi, potranno sostenere la ripresa. Nei principali paesi sono state prese misure per assicurare la liquidità del sistema finanziario, per rafforzare la stabilità delle banche, per sostenere la domanda e l'occupazione. Il G8 recentemente tenutosi a L'Aquila ha stabilito l'impegno a mantenere le misure prese per tutto il tempo necessario, ma anche a preparare attente strategie di uscita dai regimi eccezionali di politica economica in atto nei maggiori paesi, una volta che la ripresa si sia consolidata.

Si allentano, ma non cessano, le tensioni nei mercati bancari e finanziari - Le tensioni sui mercati monetari e finanziari si sono allentate, grazie a un parziale recupero di fiducia e all'amplissima offerta di liquidità da parte delle banche centrali. Un'adeguata offerta di prestiti sarà essenziale allorché riprenderà la domanda di finanziamenti per nuovi investimenti produttivi. I segnali che vengono dai mercati creditizi non sono univoci. Dopo una fase di miglioramento, dalla fine di maggio i premi sui credit default swap relativi alle principali banche internazionali sono tornati ad aumentare e il rating di alcuni istituti è stato ribassato. L'offerta di credito rimane condizionata dalla entità del patrimonio delle banche; resta importante accrescere la trasparenza sulla qualità dei loro bilanci in modo da riattivare i canali privati di ricapitalizzazione.

Si osservano segnali di attenuazione della recessione anche-nell'area dell'euro... Nell'area dell'euro il clima di fiducia di imprese e consumatori è ancora migliorato in giugno; l'indicatore ciclico coincidente dell'economia dell'area prodotto dalla Banca d'Italia, €-coin, ha segnato lo scorso mese il quarto incremento consecutivo, pur restando in territorio ampiamente negativo. In maggio la produzione industriale ha mostrato un primo rialzo, sospinta soprattutto dal miglioramento del comparto dell'auto in Germania e in Francia. Stimiamo che nella media del secondo trimestre di quest'anno la produzione industriale abbia continuato a contrarsi ma in misura più contenuta rispetto ai due trimestri precedenti: soprattutto in quello invernale l'attività economica nell'area aveva segnato una flessione fortissima, la quarta consecutiva, particolarmente grave in Germania; in Francia la crescita dei consumi, pur modesta, ha moderato la caduta della produzione. La disoccupazione è in aumento in tutti i maggiori paesi europei. Le previsioni dell'Eurosistema, diffuse lo scorso giugno, indicano per l'area nel suo complesso un calo del prodotto compreso tra il 4,1 e il 5,1 per cento nel 2009. L'attività nel 2010 sarebbe ancora debole: la crescita sarebbe compresa tra -1,0 e 0,4 per cento.

...e in Italia - In Italia la caduta della produzione industriale si è arrestata in primavera: alla lieve ripresa segnata in aprile è seguita una sostanziale stazionarietà in maggio e, secondo le nostre stime, in giugno. I sondaggi d'opinione presso le imprese e le famiglie disegnano anch'essi per giugno un quadro di minore pessimismo. I dati sulle forze di lavoro e sulle ore autorizzate di Cassa integrazione guadagni, aggiornati rispettivamente a marzo e a giugno, mostrano invece un preoccupante deterioramento del mercato del lavoro. Informazioni complete di contabilità nazionale sono disponibili solo per il primo trimestre. Esse indicano una persistente cautela nei piani di consumo delle famiglie italiane, riflesso dell'incertezza sulle prospettive occupazionali; segnalano anche una forte contrazione degli investimenti, frenati dal basso utilizzo della capacità produttiva. Stimiamo che nel secondo trimestre il PIL abbia segnato una riduzione dello 0,6 per cento sul trimestre precedente, contro il -2,6 del primo sul quarto del 2008. Anche solo assumendo che per il resto dell'anno il prodotto si mantenga sul livello raggiunto nel primo trimestre, la sua flessione media annua si avvicinerebbe al 5 per cento. Tenuto conto di tutte le altre informazioni al momento disponibili, valutiamo la caduta del PIL italiano nel 2009 nel 5,2 per cento. La forte revisione al ribasso rispetto alla riduzione prospettata nel Bollettino economico dello scorso gennaio (-2,0 per cento) è dovuta al peggioramento del quadro mondiale delineato dai principali organismi internazionali, che assumiamo come esogeno nei nostri scenari.

Una ripresa potrebbe avviarsi nel corso del 2010 - Trainata da una ripresa mondiale che, nelle valutazioni degli organismi internazionali, si avvierebbe pur a ritmi blandi già nei prossimi mesi, l'attività produttiva tornerebbe a crescere nel corso del 2010. Vi potranno contribuire i provvedimenti recentemente varati dal Governo, in particolare la temporanea agevolazione fiscale degli investimenti in macchinari e l'aumento dei fondi destinati al pagamento dei debiti commerciali alle imprese. Tenendo conto anche di ciò, nel 2010 il PIL resterebbe stazionario in media d'anno; potrebbe risultare nel quarto trimestre di quell'anno superiore di circa mezzo punto percentuale al livello di fine 2009.

L'inflazione aumenterebbe gradualmente dall'autunno - L'inflazione al consumo scenderebbe nella media dell'anno in corso allo 0,8 per cento, riflettendo principalmente la caduta dei prezzi delle materie prime della seconda metà del 2008; risalirebbe all'1,5 per cento nel 2010.

Le prospettive restano molto incerte - L'incertezza associata allo scenario delineato per il 2010, in particolare ai tempi e all'intensità della ripresa, è particolarmente elevata. Il valore nullo prospettato per la crescita del PIL nella media dell'anno è il punto centrale di un ventaglio ampio di possibilità: con una probabilità del 70 per cento la variazione si collocherebbe all'interno dell'intervallo ±1,5 per cento. Lo scenario centrale sconta il ripristino del normale funzionamento del mercato del credito, particolarmente rilevante per la capacità di investimento delle imprese. Riflessi più negativi della crisi sul mercato del lavoro determinerebbero un'ulteriore decurtazione della capacità di spesa delle famiglie e accrescerebbero la componente precauzionale del risparmio. D'altro canto, i segnali di miglioramento della congiun-tura internazionale, pur deboli e intermittenti, potrebbero preludere a un'accelerazione della dinamica degli scambi commerciali più favorevole di quella qui ipotizzata. Per quel che riguarda la dinamica dei prezzi, i rischi di deflazione sembrano ridotti, anche se non assenti.

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