Bollettino Economico n. 52 - 2008

Le prospettive dell'economia mondiale si deteriorano - Nei primi mesi del 2008 si sono acuite le tensioni sui mercati finanziari internazionali e il quadro economico mondiale è peggiorato. Negli Stati Uniti l'attività economica è fortemente rallentata: agli effetti della crisi del mercato delle abitazioni si stanno aggiungendo quelli di condizioni finanziarie più restrittive per famiglie e imprese. Il commercio mondiale cresce comunque a ritmi ancora sostenuti, grazie alla perdurante, robusta espansione delle economie emergenti. I prezzi dell'energia e delle materie alimentari hanno registrato nuovi, significativi aumenti. I rincari hanno alimentato l'inflazione nei paesi importatori, condizionando l'orientamento delle politiche monetarie, incidendo negativamente sul reddito disponibile e sui consumi.

Si attenua la crescita e sale l'inflazione nei principali paesi dell'area dell'euro ... - Le previsioni della Banca centrale europea rese note in marzo fissano, per la crescita del PIL dell'area dell'euro nel 2008, un valore centrale pari all'1,7 per cento, in ribasso rispetto alla previsione di dicembre. Le più recenti valutazioni dell'FMI indicano un tasso di crescita dell'1,4 per cento. L'indicatore €-coin del ciclo economico dell'area segnala una possibile pausa del rallentamento ciclico in marzo. Il quadro internazionale resta tuttavia sfavorevole e molto incerto. L'inflazione al consumo, in graduale aumento nell'area dallo scorso autunno, ha raggiunto, secondo stime preliminari, il 3,5 per cento in marzo. In questo contesto, la Banca centrale europea ha mantenuto i tassi ufficiali invariati al 4 per cento, adoperandosi, anche di concerto con le altre maggiori banche centrali, per fornire adeguata liquidità al sistema finanziario.

...compresa l'Italia - In Italia, numerosi indicatori qualitativi e quantitativi suggeriscono che la fase di debolezza ciclica in atto dal quarto trimestre del 2007 si protrarrà nel 2008, portando il ritmo di crescita produttiva su valori al di sotto del potenziale, già basso nel confronto internazionale. La nostra economia continua a risentire di problemi strutturali che si riflettono da vari anni in un progresso insufficiente della produttività, indipendentemente dalle fluttuazioni cicliche. L'inflazione si stima abbia raggiunto in marzo il 3,6 per cento, con un aumento dallo scorso agosto analogo a quello dell'area.

I consumi e l'indebitamento delle famiglie rallentano - Nel 2007 i consumi delle famiglie italiane sono aumentati dell'1,4 per cento, sostenuti da un'analoga crescita del reddito disponibile dopo un biennio di stagnazione. Oltre la metà dell'incremento del reddito è riconducibile a quello dell'occupazione, in presenza di retribuzioni lorde unitarie invariate in termini reali. Nella seconda metà del 2007, tuttavia, si è registrato un deterioramento sia delle condizioni del mercato del lavoro (con un calo dell'occupazione nel quarto trimestre rispetto al trimestre precedente) sia dei consumi. L'andamento delle vendite al dettaglio e del clima di fiducia dei consumatori è coerente con un proseguimento di questa tendenza nei mesi più recenti.
Si stima che gli importanti rinnovi contrattuali siglati tra la fine del 2007 e l'inizio del 2008 si traducano quest'anno in un'accelerazione delle retribuzioni unitarie di fatto; nel 2009 la crescita delle retribuzioni dovrebbe tornare sui livelli moderati degli ultimi anni. L'indebitamento delle famiglie italiane cresce ma rallenta. Gli oneri per il servizio del debito hanno raggiunto l'8 per cento circa del reddito disponibile. La qualità del credito alle famiglie si valuta sia rimasta stabile nel secondo semestre del 2007.

Le imprese accrescono le esportazioni ma non gli investimenti - Le imprese stanno rallentando l'accumulazione di capitale fisico. Lo scorso anno gli investimenti sono cresciuti di poco più dell'1 per cento, quelli in macchine e attrezzature si sono fermati. La sostanziale stagnazione degli investimenti starebbe proseguendo quest'anno, come segnalano gli indicatori basati sulle valutazioni degli imprenditori riguardo alle prospettive di domanda e al livello di capacità utilizzata. Le esportazioni, alla luce dei nuovi dati rilasciati dall'Istat, sono cresciute del 5 per cento lo scorso anno, confermando gli spunti di ripresa della capacità esportativa della nostra industria emersi già nel 2006. La crescita delle vendite all'estero è stata tuttavia inferiore di circa 2 punti a quella del commercio mondiale in ragione di una perdita di competitività di prezzo di analogo ammontare, dovuta alla bassa dinamica relativa della produttività e all'apprezzamento dell'euro.
Si stima che la redditività operativa delle imprese sia scesa nell'ultima parte del 2007. Si sarebbe anche ridotto l'autofinanziamento, determinando un aumento del fabbisogno finanziario nonostante la stasi degli investimenti. Il credito bancario alle imprese seguita a crescere a ritmi elevati.

Nel 2007 sono migliorati i conti pubblici italiani - L'indebitamento netto delle Amministrazioni pubbliche è diminuito nel 2007 di 1,5 punti percentuali, all'1,9 per cento del PIL, riportandosi sui livelli del biennio 1999-2000. Il risultato dovrebbe consentire nei prossimi mesi l'abrogazione della Procedura per i disavanzi eccessivi avviata nei confronti del nostro paese nel 2005. L'avanzo primario, quasi annullato quell'anno, è salito al 3,1 per cento del PIL. Come nel 2006, il miglioramento dei conti riflette essenzialmente il forte aumento della pressione fiscale e contributiva (al 43,3 per cento del PIL, poco al di sotto del massimo raggiunto nel 1997). Parte di tale aumento ha riflesso il trasferimento all'INPS del TFR maturando dai lavoratori dipendenti che hanno scelto di non aderire alla previdenza complementare. L'incidenza della spesa primaria corrente è diminuita lievemente, al 39,6 per cento del PIL, ma rimane prossima al suo valore massimo. La spesa per investimenti è tornata ad aumentare, anche se a un ritmo inferiore a quello del prodotto; quella per interessi è salita dal 4,6 al 5,0 per cento del PIL, riflettendo in larga parte l'aumento dei tassi all'emissione occorso nell'ultimo biennio. Il debito pubblico è sceso dal 106,5 al 104,0 per cento del PIL, riportandosi sul livello del 2004.
In marzo il Governo ha rivisto al rialzo la stima dell'indebitamento netto per il 2008, dal 2,2 al 2,4 per cento del PIL. Il disavanzo corretto per gli effetti del ciclo e delle misure transitorie peggiorerebbe di 0,6 punti percentuali di PIL rispetto al 2007. Il quadro programmatico conferma l'obiettivo del pareggio di bilancio nel 2011.

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