Bollettino economico BCE, n. 3 - 2017

Le misure di politica monetaria della BCE hanno continuato a preservare condizioni di finanziamento molto favorevoli, necessarie per assicurare una convergenza durevole dei tassi di inflazione verso livelli inferiori ma prossimi al 2 per cento nel medio termine. I dati pervenuti dopo la riunione del Consiglio direttivo di inizio marzo confermano che la ripresa congiunturale dell’economia dell’area dell’euro si consolida sempre più e che i rischi al ribasso sono diminuiti ulteriormente. Nel contempo, le spinte inflazionistiche di fondo restano moderate e non hanno ancora mostrato segnali convincenti di una tendenza al rialzo. Inoltre, l’attuale variabilità dell’inflazione complessiva evidenzia la necessità di guardare oltre gli andamenti temporanei dello IAPC, che non hanno implicazioni per le prospettive per la stabilità dei prezzi a medio termine.

Gli indicatori disponibili segnalano una crescita durevole a livello mondiale all’inizio del 2017, mentre è proseguito il recupero del commercio internazionale. La ripresa mondiale si va ampliando, con un incremento dell’espansione che interessa in modo generalizzato diversi paesi. Le condizioni finanziarie a livello internazionale sono rimaste complessivamente favorevoli, nonostante la significativa incertezza sul piano delle politiche. L’inflazione complessiva su scala mondiale è aumentata ancora, trainata principalmente dai prezzi dell’energia. Nondimeno, i corsi del petrolio hanno mostrato di recente una certa variabilità.

Nell’area dell’euro le condizioni finanziarie rimangono molto favorevoli. Se si confrontano gli andamenti osservati nei mercati obbligazionari, azionari e dei cambi tra la riunione del Consiglio direttivo del 9 marzo e quella del 27 aprile emergono, nell’insieme, solo movimenti contenuti.

I dati più recenti, soprattutto i risultati delle indagini congiunturali, suggeriscono che l’espansione economica in atto continuerà a consolidarsi e ad ampliarsi. La trasmissione delle misure di politica monetaria sostiene la domanda interna e agevola il processo di riduzione della leva finanziaria attualmente in corso. La ripresa degli investimenti seguita a beneficiare di condizioni di finanziamento molto favorevoli e miglioramenti della redditività delle imprese. Gli incrementi dell’occupazione, che beneficiano anche delle passate riforme del mercato del lavoro, sorreggono il reddito disponibile reale e i consumi privati. Inoltre, i segnali di un rafforzamento della ripresa e di un aumento dell’interscambio a livello mondiale suggeriscono che la domanda esterna dovrebbe contribuire in misura crescente alla tenuta complessiva dell’espansione economica nell’area dell’euro. Tuttavia, la crescita economica continua a essere frenata dalla lenta attuazione delle riforme strutturali, in particolare nei mercati di beni e servizi, e dalle necessità di aggiustamento dei bilanci che persistono in alcuni settori. I rischi per le prospettive di crescita dell’area, pur divenendo più equilibrati, permangono orientati verso il basso e sono connessi principalmente a fattori globali.

L’inflazione è in rialzo rispetto ai livelli molto bassi del 2016, soprattutto per effetto dei più elevati rincari dell’energia. Dopo il 2,0 per cento dello scorso febbraio, nell’area dell’euro l’inflazione sui dodici mesi misurata sullo IAPC si è collocata all’1,5 per cento a marzo. Nondimeno, le misure dell’inflazione di fondo si sono mantenute su livelli contenuti e dovrebbero mostrare solo gradualmente una tendenza ascendente nel medio periodo, sostenute dalle misure di politica monetaria, dall’atteso procedere della ripresa economica e dalla corrispondente progressiva riduzione della capacità produttiva inutilizzata.

La crescita dell’aggregato monetario ampio permane vigorosa, mentre prosegue la ripresa della crescita dei prestiti al settore privato osservata dagli inizi del 2014. L’indagine sul credito bancario nell’area dell’euro per il primo trimestre del 2017 mostra che la domanda netta di prestiti è aumentata e che le condizioni di concessione del credito bancario si sono allentate ulteriormente per tutte le tipologie di prestiti. La trasmissione delle misure di politica monetaria in atto da giugno 2014 continua quindi a sostenere in maniera significativa le condizioni di prestito per famiglie e imprese nonché i flussi di credito nell’intera area dell’euro. Inoltre, secondo le stime, il costo del finanziamento delle società non finanziarie dell’area si sarebbe mantenuto favorevole nei primi mesi del 2017.

Nella riunione del 27 aprile 2017, sulla base della consueta analisi economica e monetaria, il Consiglio direttivo ha deciso di lasciare invariati i tassi di interesse di riferimento della BCE. Il Consiglio direttivo continua ad attendersi che rimangano su livelli pari o inferiori a quelli attuali per un prolungato periodo di tempo, ben oltre l’orizzonte degli acquisti netti di attività. Quanto alle misure non convenzionali di politica monetaria, il Consiglio direttivo ha confermato l’intenzione di condurre gli acquisti netti di attività, al nuovo ritmo mensile di 60 miliardi di euro, sino alla fine di dicembre 2017 o anche oltre se necessario, e in ogni caso finché non riscontrerà un aggiustamento durevole dell’evoluzione dei prezzi, coerente con il proprio obiettivo di inflazione. Contestualmente agli acquisti netti, il capitale rimborsato sui titoli in scadenza nel quadro del programma di acquisto di attività sarà reinvestito.

In prospettiva, il Consiglio direttivo ha confermato la necessità di un grado molto elevato di accomodamento monetario per consentire l’accumularsi di spinte inflazionistiche di fondo e sostenere l’inflazione complessiva nel medio periodo. Se le prospettive diverranno meno favorevoli o se le condizioni finanziarie risulteranno incoerenti con ulteriori progressi verso un aggiustamento durevole del profilo dell’inflazione, il Consiglio direttivo è pronto a incrementare il programma di acquisto di attività in termini di entità e/o durata.

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