Bollettino economico BCE, n. 5 - 2016

La volatilità nei mercati finanziari dopo il referendum britannico sull’appartenenza all’Unione europea è stata di breve durata. Tuttavia, l’incertezza riguardo alle prospettive mondiali è aumentata e le statistiche più recenti relative al secondo trimestre segnalano una dinamica modesta dell’attività e del commercio mondiale. Al tempo stesso l’inflazione complessiva a livello internazionale si è mantenuta bassa, riflettendo soprattutto i precedenti cali dei prezzi dell’energia. I rischi per le prospettive dell’attività mondiale, e in particolare delle economie emergenti, restano orientati verso il basso e sono connessi principalmente alle incertezze sul piano delle politiche e alla volatilità finanziaria.

I mercati finanziari dell’area dell’euro hanno mostrato un’incoraggiante capacità di tenuta di fronte al picco di incertezza e volatilità successivo al referendum nel Regno Unito. Di conseguenza, le condizioni finanziarie complessive restano estremamente favorevoli. In particolare, mentre la curva a termine dell’Eonia si è spostata verso il basso, specie sulle scadenze più lunghe, riflettendo forse attese sia di una minore crescita sia di ulteriori azioni di politica monetaria, seguita dai rendimenti sulle obbligazioni sovrane a basso rischio, i differenziali di rendimento dei titoli di Stato rispetto ai titoli pubblici tedeschi a dieci anni si sono ristretti e quelli delle obbligazioni societarie hanno continuato a ridursi. Al tempo stesso le quotazioni azionarie delle banche dell’area dell’euro sono diminuite ulteriormente.

La ripresa economica nell’area dell’euro sta proseguendo, sorretta dalla domanda interna, mentre la crescita delle esportazioni rimane modesta. In prospettiva, il recupero dell’economia dovrebbe procedere a un ritmo moderato. La domanda interna continua a essere sostenuta dalla trasmissione delle misure di politica monetaria della BCE all’economia reale. Le favorevoli condizioni finanziarie e il miglioramento della redditività delle imprese seguitano a promuovere la ripresa degli investimenti. I sostenuti incrementi dell’occupazione favoriti anche dalle passate riforme strutturali e i prezzi ancora relativamente bassi del petrolio forniscono un ulteriore sostegno al reddito disponibile reale delle famiglie e di conseguenza ai consumi privati. In aggiunta, si prevede che l’orientamento fiscale nell’area dell’euro sia lievemente espansivo nel 2016 e che diventi sostanzialmente neutro nel 2017 e nel 2018. Al tempo stesso gli andamenti sfavorevoli per la ripresa economica nell’area dell’euro includono l’esito del referendum nel Regno Unito e altre incertezze geopolitiche, le prospettive di crescita contenuta nei mercati emergenti, i necessari aggiustamenti dei bilanci in diversi settori e la lenta attuazione delle riforme strutturali. Su questo sfondo, i rischi per le prospettive di crescita dell’area dell’euro restano orientati verso il basso.

L’inflazione complessiva nell’area dell’euro si è mantenuta attorno allo zero negli ultimi mesi. Le misure dell’inflazione di fondo non hanno nell’insieme mostrato segni evidenti di una tendenza al rialzo, mentre le pressioni sui prezzi sono rimaste moderate. Le misure delle aspettative di inflazione a lungo termine ricavate dai dati di mercato sono diminuite ulteriormente e rimangono sostanzialmente inferiori a quelle basate sulle indagini. In prospettiva, sulla base delle quotazioni correnti dei contratti future sul petrolio, è probabile che i tassi di inflazione restino molto bassi nei prossimi mesi e che poi risalgano nel prosieguo del 2016 per motivi in larga parte riconducibili agli effetti base del tasso di variazione sui dodici mesi dei corsi dell’energia. Sostenuti dalle misure di politica monetaria della BCE e dall’atteso recupero dell’economia, i tassi di inflazione dovrebbero aumentare ulteriormente nel 2017 e nel 2018.

Le misure di politica monetaria in atto da giugno 2014, compreso l’insieme articolato di nuovi interventi adottato a marzo 2016, hanno notevolmente migliorato sia le condizioni di prestito per famiglie e imprese sia i flussi di credito nell’intera area dell’euro, sostenendo di conseguenza la ripresa economica. In particolare i bassi tassi di interesse, assieme agli effetti delle operazioni mirate di rifinanziamento a più lungo termine della BCE e del programma ampliato di acquisto di attività finanziarie, continuano a sostenere la crescita robusta della moneta e il graduale recupero della dinamica del credito. Le banche hanno trasmesso le condizioni favorevoli di finanziamento alla clientela attraverso tassi sui prestiti più contenuti e le migliori condizioni di credito promuovono la ripresa della crescita dei prestiti. Di fatto, l’indagine sul credito bancario nell’area dell’euro per il secondo trimestre del 2016 ha indicato l’ulteriore miglioramento delle condizioni di offerta dei finanziamenti alle imprese e alle famiglie e il perdurante aumento della domanda per tutte le categorie di prestiti. Alla luce dell’attuale incertezza, è essenziale che il canale dei finanziamenti bancari continui a funzionare in modo appropriato.

Nella riunione del 21 luglio 2016, sulla base della consueta analisi economica e monetaria, il Consiglio direttivo ha deciso di lasciare invariati i tassi di interesse di riferimento della BCE e continua ad attendersi che rimangano su livelli pari o inferiori a quelli attuali per un prolungato periodo di tempo, ben oltre l’orizzonte degli acquisti netti di attività. Quanto alle misure non convenzionali di politica monetaria, il Consiglio direttivo ha confermato l’intenzione di condurre gli acquisti mensili di attività, per 80 miliardi di euro, sino alla fine di marzo 2017, o anche oltre se necessario, e in ogni caso finché non riscontrerà un aggiustamento durevole dell’evoluzione dei prezzi, coerente con il proprio obiettivo di inflazione.

Data la situazione di incertezza, il Consiglio direttivo continuerà a seguire con grande attenzione gli andamenti economici e dei mercati finanziari e a salvaguardare la trasmissione dell’orientamento accomodante della sua politica monetaria all’economia reale. Nei prossimi mesi, mano a mano che si renderanno disponibili maggiori informazioni, comprese le nuove proiezioni degli esperti, il Consiglio direttivo potrà meglio riesaminare le condizioni macroeconomiche sottostanti, gli andamenti più probabili dell’inflazione e della crescita e la distribuzione dei rischi attorno a tali andamenti. Se necessario per il conseguimento del suo obiettivo, esso agirà ricorrendo a tutti gli strumenti disponibili nell’ambito del suo mandato.

Il Consiglio direttivo ha confermato la necessità di mantenere un grado appropriato di accomodamento monetario per assicurare il ritorno dell’inflazione verso livelli inferiori ma prossimi al 2 per cento senza indebito ritardo.

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