Secondo rapporto sulla stabilità finanziaria

Copertina-Secondo rapporto sulla stabilità finanziariaIl sistema finanziario internazionale è attraversato da tensioni profonde. Il ridimensionamento delle prospettive di crescita globale e l'avversione al rischio hanno acuito i timori degli operatori circa la solidità degli emittenti, pubblici e privati, con alto indebitamento. Gli orizzonti di investimento si sono ridotti; è cresciuta la preferenza per le attività a basso rischio.

Le tensioni hanno investito l'Italia, provocando un significativo aumento dei premi sui titoli sovrani. Nel giudizio degli investitori la nostra economia risente dell'alto debito pubblico e della bassa crescita. Ma essa presenta elementi di forza, esaminati in questo Rapporto: la tendenza al riequilibrio dei conti pubblici; il basso indebitamento privato; l'assenza di squilibri sul mercato immobiliare; il contenuto debito estero.

Il sistema bancario italiano non è fonte di instabilità. La sua posizione patrimoniale è solida; sarà ulteriormente rafforzata nell'ambito delle iniziative in corso a livello europeo. Le analisi contenute nel Rapporto mostrano però che esso sta subendo i contraccolpi delle tensioni sul debito sovrano e del rallentamento congiunturale. Simili tensioni investono i sistemi bancari degli altri maggiori paesi, ma con minore intensità.

Per riconquistare la fiducia degli investitori e ridurre in maniera permanente il rischio sovrano, per preservare la stabilità del sistema finanziario è necessario proseguire con decisione nell'azione di risanamento delle finanze pubbliche. Con parideterminazione vanno rimossi gli ostacoli a uno sviluppo sostenuto dell'economia. L'impegno assunto in sede europea a ridurre il debito pubblico e avviare un ampio programma di riforme strutturali va onorato, con rapidità e coerenza.