Presentazione del rapporto annuale sul 2017 "L'economia del Friuli Venezia Giulia"

Viene presentato oggi a Trieste il rapporto annuale "L'economia del Friuli Venezia Giulia".

Nel 2017 l'attività economica in Friuli Venezia Giulia si è rafforzata rispetto all'anno precedente, grazie al consolidamento della domanda interna e alla sostenuta crescita delle esportazioni. Le condizioni economiche sono migliorate in tutti i principali comparti dell’industria manifatturiera e dei servizi. Anche le costruzioni hanno mostrato segni di una inversione dopo un lungo periodo recessivo.

Le imprese

Nel settore manifatturiero la produzione è ulteriormente aumentata, favorendo un miglioramento della produttività delle imprese regionali dopo il forte calo subito nella fase acuta della crisi. Per il secondo anno consecutivo le esportazioni sono cresciute a ritmi sostenuti; ne è conseguito un parziale recupero della quota di mercato mondiale che, a differenza delle principali regioni del Centro-Nord, aveva continuato a ridursi fino al 2015.

L'ulteriore crescita dei consumi e lo sviluppo dei flussi turistici hanno sostenuto l’attività nei trasporti e nel commercio, dove prosegue la fase di ristrutturazione che ha visto in molti casi l’uscita dal mercato delle imprese commerciali di minori dimensioni. L'attività nel settore delle costruzioni è tornata a espandersi nonostante la debolezza degli investimenti pubblici; nell'edilizia privata i livelli di attività, che ancora risentono dell'elevato valore degli immobili invenduti, hanno beneficiato della proroga alle agevolazioni fiscali per le ristrutturazioni e del positivo andamento delle transazioni nel mercato immobiliare.

La redditività delle imprese è ulteriormente aumentata, portandosi su livelli superiori a quelli pre-crisi. Ne hanno beneficiato la capacità di autofinanziamento e la liquidità, che si mantiene su livelli elevati, mentre la leva finanziaria è diminuita grazie alla crescente patrimonializzazione.

Dopo essere cresciuti nella prima parte dell'anno, i prestiti bancari alle imprese sono tornati a calare, risentendo dell’andamento negativo nel settore delle costruzioni e nel comparto dei mezzi di trasporto. La domanda di credito è stata trainata dalle esigenze di fondi per la realizzazione di investimenti produttivi, soprattutto da parte delle imprese manifatturiere, e per il finanziamento del capitale circolante. Le condizioni di accesso al credito sono lievemente migliorate nel complesso pur restando differenziate in base alla classe di rischio delle imprese.

Il mercato del lavoro

I maggiori livelli produttivi hanno contribuito all’espansione dell’occupazione e al contenimento del ricorso agli ammortizzatori sociali. Tra i lavoratori dipendenti è cresciuta l’occupazione a tempo determinato, soprattutto nei servizi connessi al settore turistico e nel commercio, mentre è calata quella con contratti a tempo indeterminato che nel biennio precedente avevano beneficiato degli sgravi contributivi all’assunzione. Il tasso di disoccupazione è ulteriormente calato, rispecchiando un aumento del tasso di occupazione - specie per la popolazione di età più avanzata - superiore a quello del tasso di partecipazione.

Le famiglie

L'espansione dell’occupazione ha influito positivamente sulla situazione economica delle famiglie. Nel 2017 si è consolidata la crescita del reddito disponibile avviata nel 2013, cui ha contribuito in particolare il positivo andamento dei redditi da lavoro dipendente. Anche i consumi hanno proseguito a crescere, sebbene in decelerazione rispetto all’anno precedente.

La ripresa della spesa per l’acquisto di beni durevoli e il persistere di condizioni favorevoli di accesso al credito hanno sostenuto la domanda di credito delle famiglie. Alla marcata accelerazione del credito al consumo si è associata una crescita dei prestiti per l’acquisto di abitazioni simile a quella del 2016. Le famiglie della regione mostrano una capacità finanziaria per l’acquisto della casa più elevata di quella media nazionale.

In presenza di bassi livelli dei tassi di interesse, il risparmio finanziario delle famiglie è ancora diretto verso gli strumenti del risparmio gestito e forme d’investimento più liquide.

Il mercato del credito

Alla fine del 2017 il numero delle dipendenze bancarie è ulteriormente calato, tornando sui valori della fine degli anni novanta. In rapporto alla popolazione, il numero di sportelli rimane tuttavia ancora superiore a quello nazionale e del Nord Est. Alla riduzione della rete fisica si è associato un più diffuso utilizzo di canali digitali per l’accesso ai servizi bancari.

Alla fine del 2017 i prestiti bancari all’economia regionale, al netto di alcune rilevanti operazioni effettuate nel settore dei mezzi di trasporto, sono rimasti stabili. Il consolidamento della ripresa economica ha favorito ulteriori cali del flusso di nuovi prestiti deteriorati. Per la prima volta dall'inizio della crisi anche lo stock dei crediti deteriorati ha mostrato una significativa flessione e il loro tasso di copertura si è portato su valori superiori a quelli pre-crisi, grazie alle ingenti rettifiche di valore e cessioni di crediti in sofferenza effettuate dalle banche lo scorso anno.

La finanza pubblica

Nel triennio 2014-16 la spesa corrente delle Amministrazioni locali è rimasta stabile grazie al contenimento dei costi per il personale e di quelli relativi al comparto sanitario, che ne rappresentano le componenti principali. La spesa per investimenti ha invece continuato a calare nel triennio. La riduzione sarebbe proseguita nel 2017, nonostante il positivo andamento della spesa da parte dei Comuni. Le entrate correnti sono cresciute sensibilmente tra il 2014 e il 2016, riflettendo in larga misura fattori di natura straordinaria. Nel 2017 la pressione fiscale locale sulle famiglie è rimasta stabile, mantenendosi al di sotto di quella delle Regioni a statuto straordinario. Il debito delle Amministrazioni locali della regione, la cui incidenza sul PIL è inferiore alla media nazionale, lo scorso anno ha continuato a calare in misura più intensa rispetto al resto del Paese.