Presentazione del rapporto annuale sul 2015 "L'economia del Lazio"

Viene presentato oggi a Roma alle ore 15.00, presso la Libera Università Internazionale degli Studi Sociali "Guido Carli" (LUISS), il rapporto annuale su "L'economia del Lazio".

"Nel 2015 il quadro congiunturale regionale ha mostrato segnali di recupero. In base ai dati Prometeia il prodotto è cresciuto dello 0,8 per cento, in linea con la media nazionale. La moderata ripresa, favorita dai consumi e dall’andamento della domanda estera, ha interessato tutti i settori produttivi con l’eccezione delle costruzioni; le imprese di minori dimensioni hanno fatto registrare risultati meno positivi di quelli delle aziende più grandi. Permangono incertezze sull’entità e la solidità della crescita, legate all’evoluzione del quadro internazionale e alla dinamica degli investimenti, ancora debole.

Nell’industria, le esportazioni e il buon andamento dei comparti di specializzazione regionale ne hanno sostenuto la dinamica. In alcuni settori manifatturieri, soprattutto a tecnologia media e alta, emergono segnali di recupero dei livelli produttivi pre-crisi, in misura più evidente nelle province di Roma e Latina. Il settore delle costruzioni sta ancora attraversando una fase ciclica negativa che tuttavia, in base alle informazioni disponibili, si starebbe arrestando. Nel mercato immobiliare le transazioni sono in lieve ripresa, ma i prezzi delle abitazioni hanno fatto registrare un ulteriore calo. Nonostante la flessione, le quotazioni rimangono su livelli elevati nel confronto con le altre aree del paese, anche rispetto a quelle ad elevata urbanizzazione; ne deriva una capacità di acquisto dell’abitazione delle famiglie tramite un mutuo di gran lunga inferiore a quella delle famiglie residenti in altre regioni.

Nel terziario, principale comparto dell’economia regionale, le presenze di turisti e la spesa dei visitatori stranieri hanno proseguito a crescere, sebbene a un tasso inferiore a quello dell’anno precedente; nei trasporti l’attività portuale si è espansa. Grazie al recupero del reddito disponibile i consumi di beni durevoli si sono riavviati; i consumatori hanno privilegiato gli esercizi commerciali di maggiore dimensione.

Le esportazioni di beni hanno significativamente accelerato, sospinte dal settore farmaceutico che ha contribuito per oltre due terzi alla crescita; le esportazioni di servizi, pari a oltre tre quarti di quelle dei beni, sono ulteriormente aumentate.

Nel mercato del lavoro i segnali sono di un lieve miglioramento. Gli occupati sono cresciuti in misura
contenuta, grazie al comparto dei servizi; l’aumento ha interessato solo quelli alle dipendenze. Le ore autorizzate di Cassa integrazione guadagni sono diminuite. Il tasso di disoccupazione si è ridotto, anche per il calo del numero di persone in cerca di occupazione, rimanendo tuttavia su livelli elevati, superiori alla media delle regioni centrali.

Dopo un andamento positivo nella prima metà del 2015, dall’autunno il credito al settore privato non finanziario (famiglie e imprese) è tornato a diminuire, per il calo dei prestiti alle imprese che hanno risentito della debolezza degli investimenti. La riduzione dei finanziamenti ha, inoltre, riflesso alcune operazioni straordinarie di un numero limitato di grandi imprese dei servizi, al netto delle quali il calo dei prestiti alle aziende si sarebbe pressoché dimezzato. Solo nei comparti più dinamici del settore manifatturiero si è registrata un’espansione.

Le banche segnalano una domanda di finanziamenti in recupero, ma ancora debole per le incertezze sulla ripresa congiunturale. Secondo le valutazioni di banche e imprese le condizioni di accesso al credito sono ulteriormente migliorate; le politiche di offerta rimangono prudenti. I finanziamenti garantiti dal Fondo centrale di garanzia alle piccole e medie imprese regionali sono rapidamente cresciuti; tra il 2013 e il 2015 la loro quota sul totale nazionale è raddoppiata.

Dall’inizio dell’anno sono tornati a crescere i nuovi mutui per l’acquisto delle abitazioni; in corrispondenza del calo del differenziale tra tassi fissi e variabili è aumentato il peso delle nuove erogazioni a tasso fisso. La riduzione dei tassi favorisce il contenimento del servizio del debito delle famiglie indebitate; nel 2015 il valore dei mutui per i quali sono stati ridefiniti i tassi ha superato l’8 per cento delle consistenze in essere all’inizio dell’anno.

Rispetto alla fine del 2014, la qualità del credito in regione è lievemente peggiorata sia per le imprese sia per le famiglie. Tra i comparti produttivi il tasso d’ingresso in sofferenza è aumentato nel manifatturiero e nell’edilizia; si è ridotto nei servizi. Per le famiglie l’indicatore rimane comunque su livelli contenuti e in linea con la media italiana. Le nuove sofferenze di famiglie e imprese sono riconducibili prevalentemente ai prestiti per i quali si erano già manifestate difficoltà nel rimborso.

È proseguita la crescita dei depositi di famiglie e imprese della regione, sostenuta da quella dei conti correnti. La struttura della ricchezza finanziaria delle famiglie rimane caratterizzata da una quota di attività a rischio contenuto superiore alla media nazionale; rispetto alla metà del decennio precedente è cresciuta la quota di attività investite in strumenti assicurativi e previdenziali. Nel complesso, la ricchezza reale e finanziaria pro capite è rimasta su livelli elevati, maggiori della media italiana anche per la consistenza del patrimonio abitativo.

Dal 2008 la riduzione del numero di sportelli bancari in regione è stata meno accentuata che nella media nazionale, concentrandosi nelle aree con indici di bancarizzazione più elevati".

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