L'economia della Toscana - Aggiornamento congiunturale, novembre 2017

Viene pubblicato oggi l'aggiornamento congiunturale della Toscana.

Sommario

Nel primo semestre del 2017 si è intensificata la ripresa ciclica dell’economia toscana, avviatasi già dal 2014 ma su ritmi contenuti. La crescita ha beneficiato del forte incremento delle esportazioni, sostenuto da moda, meccanica allargata e farmaceutica. La dinamica è stata invece inferiore per consumi e investimenti. Le prospettive a breve termine sono moderatamente favorevoli.

Il miglioramento congiunturale ha interessato le imprese industriali, soprattutto di maggiore dimensione, e quelle dei servizi, in particolare i comparti legati al turismo. Non si sono invece registrati segnali di inversione ciclica per le costruzioni: l’attività legata alla ristrutturazione di abitazioni, favorita dal lento recupero delle compravendite, non è stata sufficiente a sospingere il settore in presenza di un forte calo nelle aggiudicazioni di lavori pubblici. Le condizioni economiche e finanziarie delle imprese hanno risentito favorevolmente del rafforzamento della ripresa con un aumento della redditività, non esteso peraltro alle imprese edili. È aumentata la liquidità del settore produttivo, solo in parte assorbita dagli investimenti, e si è ridotto l’indebitamento a breve termine.

L’occupazione è cresciuta, in accelerazione rispetto al secondo semestre del 2016, trainata dal settore dei servizi. L’incremento si è associato al calo degli inattivi e delle persone in cerca di occupazione; il tasso di disoccupazione è quindi diminuito, a differenza di quanto registrato nel 2016.

A giugno i prestiti bancari all’economia sono rimasti sostanzialmente stabili rispetto a dodici mesi prima. Per le famiglie la dinamica è stata positiva, riflettendo l’aumento dei mutui e del credito al consumo, in un contesto di condizioni di offerta ancora distese. I finanziamenti al settore produttivo hanno invece segnato un leggero calo, come sei mesi prima, che si è concentrato nel segmento delle piccole imprese, a fronte di una sostanziale stabilità per quelle medie e grandi. L’intonazione delle politiche di offerta è rimasta pressoché neutrale: i livelli minimi di rating per l’accesso al credito sono divenuti più rigorosi a fronte di alcuni segnali di distensione sui margini e sulle quantità.

È proseguito il calo del flusso di nuovi prestiti deteriorati, in atto dal 2015; il miglioramento ha interessato prevalentemente le imprese. Anche lo stock di crediti deteriorati, accumulati durante la lunga recessione, si è leggermente ridotto, sebbene la sua incidenza sul totale dei prestiti sia rimasta ancora molto alta nel confronto storico e superiore alla media italiana.

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