L'economia dell'Umbria - Aggiornamento congiunturale, novembre 2016

Viene pubblicato oggi l'aggiornamento congiunturale dell'Umbria.

Sommario

Nella prima parte del 2016 è proseguita la fase di crescita dell’attività economica regionale iniziata lo scorso anno, ma la ripresa si è indebolita e risulta poco omogenea. Il contributo delle esportazioni si è confermato positivo, seppure in calo, mentre la domanda interna è tornata stagnante. Nel corso dell’anno il clima di fiducia si è progressivamente deteriorato; le previsioni degli operatori delineano per i prossimi mesi un andamento ancora poco vivace.

Il fatturato delle imprese industriali ha continuato ad aumentare sebbene con minore intensità rispetto al 2015; la crescita si è concentrata tra le aziende di maggiori dimensioni attive nei mercati esteri. A tale segmento della manifattura è riferibile anche una quota significativa degli investimenti, nel complesso ancora contenuti nonostante le favorevoli condizioni di finanziamento; in prospettiva i livelli di spesa dovrebbero risentire sfavorevolmente della maggiore cautela degli imprenditori nelle valutazioni sulla solidità della ripresa.

L’attività dell’edilizia è tornata a ridursi, dopo i lievi segnali di recupero emersi lo scorso anno. Nel terziario si è registrato un calo delle vendite al dettaglio, più marcato per gli esercizi della piccola distribuzione. La crescita dei flussi turistici si è consolidata, grazie al forte incremento delle presenze di italiani; sulle prospettive del settore gravano tuttavia gli effetti dei recenti eventi sismici.

L’occupazione è risultata stazionaria, dopo l’aumento rilevato dalla metà del 2014. Il saldo tra assunzioni e cessazioni è peggiorato, pur rimanendo positivo; vi ha inciso l’anticipazione alla fine dello scorso anno delle assunzioni a tempo indeterminato in vista della riduzione degli sgravi contributivi. Il tasso di disoccupazione è diminuito per la minore partecipazione al mercato del lavoro.

Il credito ai residenti umbri ha ristagnato, riflettendo la debolezza del ciclo economico. Sono tornati a calare i finanziamenti al settore produttivo, in particolare quelli destinati alle piccole imprese e all’edilizia. I prestiti alle famiglie hanno invece accelerato, sostenuti dalle richieste di credito al consumo e di mutui per l’acquisto di beni durevoli e abitazioni. È proseguito l’allentamento delle condizioni di offerta, con effetti soprattutto sui tassi applicati alla clientela meno rischiosa. I flussi di nuove sofferenze hanno cominciato a ridursi, più intensamente per le aziende manifatturiere, anche se resta elevata la consistenza dei crediti in sofferenza ereditati dalla lunga fase recessiva. I depositi bancari hanno continuato ad aumentare, beneficiando delle maggiori disponibilità liquide delle imprese.

Allegati