Bollettino Economico n. 69, luglio 2012

Bollettino Economico n. 69, luglio 2012Sintesi

L'economia mondiale rallenta; scende il prezzo del petrolio - Nel primo trimestre dell'anno l'economia mondiale aveva continuato a espandersi a ritmi contenuti, frenata dalla stagnazione in Europa e dal rallentamento negli Stati Uniti e nei paesi emergenti. In primavera l'attività economica si è indebolita; l'incertezza circa l'evoluzione della crisi del debito sovrano nell'area dell'euro e sulla politica di bilancio negli Stati Uniti continua a condizionare le prospettive di ripresa. Riflettendo la debole congiuntura internazionale, sono scesi significativamente il prezzo del petrolio e le quotazioni di altre materie prime. L'inflazione si è generalmente ridotta.

Da aprile si sono riaccese le tensioni sul mercato del debito sovrano - Le tensioni sui mercati finanziari dell'area dell'euro, che si erano attenuate nei primi mesi dell'anno, da aprile si sono nuovamente intensificate. L'aumento dell'avversione al rischio ha continuato a comprimere i rendimenti dei titoli dei paesi ritenuti più sicuri. Alle preoccupazioni degli investitori circa la situazione politica in Grecia e le implicazioni delle difficoltà del sistema bancario spagnolo, si è aggiunta la percezione di una scarsa coesione dei governi nell'orientare la riforma della governance europea e nell'adeguare i meccanismi di gestione della crisi nell'area dell'euro.

L'Euro Summit ha preso decisioni importanti, che devono essere attuate - Il vertice dei Capi di Stato e di governo dell'area dell'euro e il Consiglio europeo del 28 e 29 giugno scorso hanno preso decisioni importanti con l'obiettivo di spezzare il circolo vizioso tra rischio sovrano, fragilità dei sistemi bancari e crescita. La Commissione europea presenterà proposte per l'integrazione del sistema di vigilanza bancaria europea; l'assistenza finanziaria al sistema bancario spagnolo sarà fornita dall'EFSF e poi trasferita all'ESM, senza lo status di creditore privilegiato; è stato ribadito l'impegno a salvaguardare la stabilità finanziaria, utilizzando efficientemente gli strumenti di sostegno esistenti per stabilizzare i mercati dei paesi che rispettano gli impegni assunti. È essenziale dare rapida attuazione alle decisioni.

La crescita nell'area dell'euro si è arrestata; scende l'inflazione - Nell'area dell'euro nel primo trimestre dell'anno il PIL ha ristagnato. È rimasta ampia l'eterogeneità delle condizioni cicliche dei maggiori paesi. In giugno l'indicatore €-coin della Banca d'Italia, che stima la componente di fondo dell'andamento dell'attività economica nell'area, si è attestato su valori lievemente negativi. L'inflazione al consumo ha continuato a scendere, collocandosi il mese scorso al 2,4 per cento.

La BCE ha ridotto i tassi e sostiene con decisione la liquidità - A fronte della stagnazione del credito, della flessione dell'inflazione e delle incertezze sulla crescita, la BCE ha ridotto ancora i tassi di interesse ufficiali, portando il tasso sulle operazioni di rifinanziamento principali allo 0,75 per cento e il rendimento sulla deposit facility a zero; continua a mantenere ampia l'offerta di liquidità. Le operazioni di rifinanziamento saranno condotte a tasso fisso e con integrale accoglimento della domanda almeno fino alla metà di gennaio del 2013. È stato ampliato ulteriormente il novero dei titoli ritenuti ammissibili come garanzia, in modo da favorire l'accesso delle banche al rifinanziamento, contrastare le segmentazioni dei mercati e sostenere il flusso di credito a famiglie e imprese.

In Italia il calo del prodotto è proseguito nel secondo trimestre - Sulla base delle nostre valutazioni, nel secondo trimestre il PIL dell'Italia ha continuato a contrarsi, per poco più di mezzo punto percentuale rispetto al periodo precedente. La diminuzione ha riflesso il calo della domanda interna per consumi e investimenti; vi hanno inciso la debolezza dell'occupazione e dei redditi reali, la caduta della fiducia delle famiglie, le condizioni di accesso al credito solo in parte migliorate. Gli scambi con l'estero hanno continuato a sostenere l'attività economica.

L'inflazione di fondo resta moderata - In Italia l'inflazione al consumo è rimasta stabile in giugno, poco sopra al 3,0 per cento. La crescita dei prezzi continua a risentire dell'effetto degli aumenti delle imposte indirette dello scorso autunno, valutabile in circa un punto percentuale. L'inflazione di fondo, misurata al netto delle componenti più volatili, si mantiene al di sotto del 2 per cento. Secondo le nostre valutazioni la dinamica dei prezzi al consumo si porterebbe all'1,8 per cento nel 2013.

Il patrimonio delle banche italiane si è ulteriormente rafforzato - Con le operazioni di rifinanziamento a tre anni dell'Eurosistema sono stati rimossi i rischi che si potessero verificare problemi nella liquidità delle banche e che questi potessero innescare una crisi sistemica. Le tensioni sul debito sovrano continuano a influire negativamente sulla raccolta all'ingrosso delle banche italiane, ancora in flessione; per contro, prosegue l'espansione della raccolta al dettaglio nelle forme tradizionali presso i risparmiatori residenti. La fase recessiva si riflette sulla qualità del credito, ma la dotazione patrimoniale del sistema bancario italiano si è ulteriormente rafforzata.

Scende il costo del credito, ma la dinamica dei prestiti è ancora debole - Il costo dei prestiti alle imprese si è gradualmente ridotto dall'inizio dell'anno. Dai sondaggi condotti in primavera sono emersi segnali di attenuazione delle difficoltà di accesso al credito. Tuttavia i miglioramenti restano incerti; prosegue la debolezza delle quantità erogate.
Le prospettive del credito restano condizionate dal perdurare delle tensioni sui mercati finanziari internazionali e dallo sfavorevole quadro economico, che si riflette sulla domanda da parte di imprese e famiglie e sulle valutazioni degli intermediari riguardo al loro merito di credito.

In prospettiva la crescita resta condizionata dalla debolezza della domanda interna - Rispetto al Bollettino economico dello scorso gennaio le nostre proiezioni sull'andamento del PIL sono state riviste al ribasso. Nell'anno in corso e nel prossimo l'attività economica continuerebbe a essere caratterizzata da un'accentuata debolezza della domanda interna. Il principale contributo positivo alla dinamica del prodotto proverrebbe dalle esportazioni. L'accumulazione di capitale risentirebbe delle condizioni di accesso al credito ancora tese e di quelle del mercato immobiliare. I consumi delle famiglie si contrarrebbero significativamente, risentendo degli effetti sul reddito disponibile delle misure di correzione dei conti pubblici adottate l'anno scorso e delle incerte prospettive dell'occupazione. Migliorerebbe il saldo corrente con l'estero che tenderebbe al pareggio.

La recessione avrebbe termine l'anno prossimo - Nel complesso, la fase recessiva si estenderebbe alla se-conda parte di quest'anno, ma a ritmi più contenuti rispetto ai primi due trimestri; avrebbe termine all'inizio del 2013. Nel corso del prossimo anno la dinamica del prodotto resterebbe appena positiva, per poi riprendere vigore successivamente. Nell'ipotesi che lo spread tra il rendimento del BTP a dieci anni e quello del corrispondente titolo tedesco si mantenga intorno a 450 punti base, il PIL si ridurrebbe, in media d'anno, del 2,0 per cento nel 2012 e dello 0,2 nel 2013.

L'occupazione è in calo quest'anno - L'occupazione scenderebbe di poco più dell'1 per cento quest'anno, resterebbe stazionaria il prossimo. A fronte di un significativo aumento della partecipazione al mercato del lavoro, già osservato nella prima parte del 2012, il tasso di disoccupazione si porterebbe al di sopra dell'11 per cento nel 2013.

La rapidità della ripresa dipenderà dalla coesione dimostrata dalla UE e dalla normalizzazione dei mercati finanziari - L'incertezza su questo quadro è elevata. Le prospettive di medio termine dell'economia italiana sono strettamente connesse con gli sviluppi della crisi del debito sovrano e con i suoi effetti sul credito, sulla fiducia di famiglie e imprese, sulla domanda proveniente dai nostri partner europei. Le modalità con cui sarà data attuazione alle decisioni del vertice europeo del 28 e 29 giugno saranno cruciali per il riassorbimento delle tensioni sui mercati finanziari e per il ripristino di normali condizioni di credito, che favorirebbero una più rapida ripresa in Italia e nel resto dell'area. Il 13 luglio l'agenzia Moody's, pur riconoscendo i punti di forza dell'economia italiana e i progressi conseguiti con le riforme strutturali, ha rivisto al ribasso il merito di credito sovrano. La decisione, resa nota subito prima di un'asta di titoli dello Stato italiano, non ha avuto effetti sostanziali sulla domanda o sui rendimenti.

Le misure strutturali di riforma finora varate possono migliorare le prospettive di crescita - Le misure di revisione e contenimento della spesa recentemente approvate dal Governo mirano a evitare gli effetti depressivi sui consumi derivanti dall'aumento delle aliquote dell'IVA già previsto per settembre, mantenendo invariati i livelli dei servizi grazie a recuperi di efficienza. In prospettiva, l'attività di revisione della spesa, insieme al contrasto all'evasione, può consentire di ridurre le aliquote fiscali, specie sul lavoro, favorendo la ripresa. Gli interventi volti ad accelerare i pagamenti dei debiti commerciali delle Amministrazioni pubbliche dovrebbero alleviare i problemi di liquidità delle imprese creditrici, sostenendo la domanda. Nell'insieme, i provvedimenti legislativi di liberalizzazione, di stimolo dell'attività economica e di riforma del mercato del lavoro varati negli ultimi mesi hanno introdotto mutamenti di carattere strutturale che incideranno positivamente sulle capacità di crescita della nostra economia, con effetti soprattutto nel medio periodo.