Esito della procedura sanzionatoria nei confronti degli esponenti della Banca Popolare dell'Etruria e del Lazio, in liquidazione

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Il 1° marzo 2016 il Direttorio della Banca d’Italia, in seduta collegiale, ha disposto sanzioni pecuniarie nei confronti di 27 tra esponenti ed ex esponenti della vecchia Banca Popolare dell’Etruria e del Lazio (BPEL), ora in liquidazione. Si rammenta che la crisi di quella banca e di altre tre è stata affrontata lo scorso 22 novembre 2015 con la contestuale costituzione di altrettante Nuove Banche, pienamente operative e destinate alla vendita, e di una bad bank (denominata REV) a cui sono stati ceduti i crediti “in sofferenza” delle vecchie banche.

Le sanzioni decise il 1° marzo giungono a conclusione di una lunga e articolata procedura iniziata nel maggio del 2015, a seguito degli esiti dell’accertamento ispettivo condotto presso la BPEL fra il novembre 2014 e il febbraio 2015. Gli esiti, particolarmente negativi (il giudizio numerico riassuntivo fu 6, in una scala di crescente negatività da 1 a 6), condussero la Banca d’Italia a proporre al Ministro dell’Economia e delle Finanze di sottoporre la Banca ad amministrazione straordinaria, disposta il 10 febbraio 2015.

Si rammenta che una procedura sanzionatoria amministrativa segue un iter articolato e rigorosamente definito dalla legge (l. 689/1981 e Testo Unico Bancario) e dalle relative Disposizioni di vigilanza, ispirate a principi di rispetto del contraddittorio e garanzia del diritto di difesa dei soggetti interessati.

La fase di valutazione delle irregolarità è avviata qualora dall’attività di controllo emergano fatti che possano costituire una violazione delle norme che regolano l’operatività degli intermediari. Se si verifica l’esistenza di comportamenti potenzialmente sanzionabili gli uffici della Vigilanza dispongono, come in questo caso, l’avvio del procedimento sanzionatorio.

Si procede quindi alla contestazione formale delle violazioni nei confronti dei soggetti interessati, per consentire loro di difendersi presentando controdeduzioni e chiedendo l’accesso agli atti del procedimento e/o audizioni presso gli uffici della Vigilanza.

Nel corso dell’istruttoria si analizzano tutti gli elementi acquisiti e si effettua, anche alla luce delle istanze difensive degli interessati, una valutazione ponderata degli addebiti contestati e dei profili di responsabilità; nei casi di maggiore rilevanza e complessità, come quello di BPEL, le valutazioni sono svolte da un organo collegiale interno alla Banca d’Italia che riunisce rappresentanti delle competenti funzioni della Vigilanza.

Nel rispetto del principio di separazione tra fase istruttoria e fase decisoria, al Direttorio viene sottoposta la proposta conclusiva, trasmessa unitamente agli atti del procedimento. Il Direttorio acquisisce allora il parere dell’Avvocato Generale della Banca d’Italia sui profili di legittimità della proposta e adotta in seduta collegiale un provvedimento motivato, disponendo per ciascuna parte interessata l’applicazione di una sanzione, nei limiti definiti dalla normativa, oppure l’archiviazione, ove si ritenga di accogliere le controdeduzioni della parte stessa. Se lo ritiene opportuno, il Direttorio può richiedere supplementi di istruttoria prima di pronunciarsi.

Le decisioni sono tempestivamente comunicate agli interessati; contro di esse si può ricorrere nei termini e con le modalità previste dalla legge.

Le sanzioni irrogate ai 27 esponenti ed ex esponenti della vecchia BPEL (amministratori, sindaci, direttore generale) ammontano in totale a 2,2 milioni di euro. Ai singoli sono state comminate sanzioni che vanno dai 52.000 ai 130.000 euro a seconda del grado di responsabilità e del periodo di permanenza in carica di ciascuno. Le irregolarità contestate e il dettaglio delle sanzioni sono pubblicati nel sito della Banca d’Italia appena ultimate le procedure di notifica individuale a ciascun interessato.

Alcuni dei soggetti in questione erano già stati raggiunti da sanzioni pecuniarie nel settembre del 2014; in quella sede furono irrogate sanzioni per un totale di 2,5 milioni di euro. Il procedimento era stato aperto nel dicembre 2013 a seguito degli esiti di una precedente ispezione svolta nel corso di quell’anno.

Anche nel caso delle altre tre banche oggetto del provvedimento di risoluzione della crisi del novembre 2015 erano stati avviati vari procedimenti sanzionatori, gli ultimi dei quali conclusi in aprile 2014 per la Cassa di Risparmio di Ferrara (15 persone per un totale di 1,1 milioni), agosto 2014 per la Banca delle Marche (18 persone per un totale di 4,2 milioni) e luglio 2015 per la Cassa di Risparmio di Chieti (13 persone per un totale di 0,6 milioni).

Ogni altro dettaglio sulle procedure della Vigilanza e sulle vicende specifiche delle quattro banche poste “in risoluzione” è disponibile su questo sito.