Coefficiente della riserva di capitale anticiclica (countercyclical capital buffer, CCyB)Fissazione allo zero per cento per il primo trimestre del 2016

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Sintesi del comunicato

L'art. 136 della direttiva UE/2013/36 (Capital Requirements Directive, CRD4) stabilisce l'obbligo per le autorità nazionali designate di attivare un quadro operativo per la definizione del coefficiente della riserva di capitale anticiclica (countercyclical capital buffer, CCyB) a decorrere dal 1° gennaio 2016. Il coefficiente è soggetto a revisione con cadenza trimestrale. La normativa europea è stata attuata in Italia con la circolare n. 285/2013 della Banca d'Italia (Disposizioni di vigilanza per le banche), che contiene apposite norme in materia di CCyB. Il decreto legislativo 12 maggio 2015, n. 72 ha individuato nella Banca d'Italia l'autorità designata ad adottare le misure macroprudenziali nel settore bancario, incluso il CCyB. La disciplina si applica a livello individuale e consolidato alle banche e alle imprese di investimento.

Sulla base dell'analisi degli indicatori di riferimento la Banca d'Italia ha deciso di fissare il coefficiente anticiclico (relativo alle esposizioni verso controparti italiane) per i primi tre mesi del 2016 allo zero per cento. In particolare:

  • alla fine del secondo trimestre del 2015 (l'ultimo per il quale si dispone di informazioni complete) lo scostamento del rapporto tra credito totale e PIL dal suo trend di medio-lungo periodo (credit-to-GDP gap), calcolato sulla base della metodologia standard, è risultato negativo per circa dieci punti percentuali. Secondo il modello sviluppato dalla Banca d'Italia, che tiene conto delle caratteristiche specifiche del ciclo finanziario nel nostro paese, il divario sarebbe di circa otto punti percentuali. Informazioni analoghe provengono dall'analisi del solo credito bancario. I valori degli indicatori di riferimento osservati alla fine di giugno del 2015 sono riportati nella tavola alla pagina seguente.
  • la condizione macrofinanziaria dell'economia italiana, pur se in miglioramento, resta complessivamente debole. Il tasso di disoccupazione, in lieve flessione nei mesi più recenti, si mantiene su livelli storicamente elevati. Nei mesi estivi la dinamica del credito bancario al settore privato, pur in continuo miglioramento, è rimasta pressoché nulla. I prezzi reali degli immobili hanno smesso di scendere, ma rimangono ben inferiori al loro livello di lungo periodo.

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